mercoledì 15 agosto 2012

Moby Dick (forse) a Marina di Pisa

Timeo Danaos et dona ferentis
Virgilio, Eneide (Libro II, 49)

Già.
È ancora tempo di serate marinesi per i nostri eroi. L'attenta pianificazione ci aveva da tempo portati a designare come prossimo obiettivo il Moby Dick, bar-ristorante sito in un pittoresco baracchino alla fine dell'abitato di Marina di Pisa, praticamente davanti a Foresta, che aveva attirato la nostra attenzione con un sibillino menu che promette la grande abbuffata a quindici-euro-quindici.
La scelta si è rivelata fin da subito di non semplicissima attuazione, dato che per Google, Tuttocittà, Pagine Gialle e chi più ne ha più ne metta, Moby Dick semplicemente non esiste. Come sicuramente comprenderanno i nostri venticinque lettori diventa un po' complicato farsi riservare un tavolo in un posto del quale non si riesce a reperire un numero di telefono. Tralasciamo i particolari del come siamo riusciti infine a prenotare una cena alle 21,45 per undici persone e veniamo al sodo: ne valeva la pena? Persino la risposta a questo apparentemente semplice quesito è sfumata. Andiamo con ordine ed iniziamo con una premessa: quando vi promettono i paradisi a quindici euro fatevi tornare in mente gli studi classici ed il vostro Laocoonte che non si fida dei Danai (i greci) persino quando gli regalano qualcosa (cavallo-di-Troia vi dice nulla?). Detto questo, la sfilza consisteva in un dittico di primi (penne allo scoglio e spaghetti pomodoro e cozze) e nel classico fritto misto di gamberi e totani con patate fritteacqua e vino della casa. Le penne allo scoglio sono mangiabili, nonostante il diffuso utilizzo di panna per legare gli ingredienti tra loro ed il vago retrogusto di plastica del pesce, ma gli spaghetti sono da radiazione dall'albo dei ristoratori. Una matassa affogata nell'origano (!?) e nel peperoncino senza scampo per qualsiasi altro sapore, men che mai quello del pesce (il che, ripensandoci, forse non è del tutto negativo). 
Dopo le avvisaglie della pannata di penne e dello spaghetto sull'origano il fritto non è una sorpresa. I totani e i gamberi forse sono freschi, ma non potremo mai saperlo a causa dell'olio utilizzato per friggerli, che come giustamente ha osservato Ricca si potrebbe tranquillamente usare per il suo Land Rover. Il bianco della casa si attesta sul mediocre andante con brio.
I dettagli: il servizio, in aperto contrasto col cibo, è buono e rapido, l'ambiente pittoresco ma gradevole. Sulla grande parete interna del ristorante, ben visibile anche dall'esterno, fanno bella figura di sé grandi fotografie di capolavori in bianco e nero del cinema che fu, da Totò a Chaplin, da Don Camillo a Peppone. Banale? Probabilmente sì, ma raggiunge lo scopo di metterti a tuo agio. Il bagno è il vero punto debole: angusto e con un solo servizio, non il massimo dopo l'abbuffata di fritto al petrolio.
La conclusione va da sé: il rapporto qualità-prezzo è buono (soprattutto grazie agli incredibili quindici euro), ma un po' troppo livellato verso il basso. Se una notte d'estate volete sfidare i fortòri e concedervi un'avventura nel lato selvaggio della ristorazione, potrebbe essere quello che fa per voi.

Valutazione del Prat Valutazione di Ricca
Cibo
Servizio
Ambiente
Complessivo

Ristorante Moby Dick
Via Litoranea 1
56128 Marina di Pisa (PI)

lunedì 6 agosto 2012

Il ristorante Il Veliero a Marina di Pisa

La nostra prima recensione: un evento che tra non molto sarà già considerato storico. Per inciso, il ristorante di cui si va a parlare è anche il luogo dove questo blog è nato.

Il veliero (non c'avevo la fotocamera dietro)
Ieri sera c'era da vedere un concerto a Livorno, e siccome io e Ricca eravamo in largo anticipo, abbiamo deciso che la maniera migliore di fare comunque ritardo sarebbe stata una bella mangiata. Dato che non sapevamo deciderci, Ricca ha sapientemente prenotato in tre o quattro posti diversi per non farsi mancare la scelta, e alla fine siamo capitati a Il Veliero di Marina di Pisa, sul Viale D'Annunzio, affacciato sul fiume a due passi da Boccadarno.
Abbiamo deciso di non esagerare, pur senza farsi mancare niente: due primi e due secondi identici e più che classici, spaghetto sullo scoglio e fritto misto, accompagnati da mezzo litro di vino della casa, acqua gassata per non fare pillo, dolce, caffè corretto e grappino secco offerto dalla casa. Cominciamo con le cose importanti: il pesce è fresco e le quantità giuste, il prezzo (poco meno di 30 euro a testa) onesto. Gli spaghetti sullo scoglio mi sono sembrati sulle prime poco saporiti, ma mi sono ricreduto verso la fine (la salsina doveva essere rimasta tutta sul fondo e le prime forchettate non mi avevano appassionato), il fritto misto di gamberi e totani è ben riuscito, merito sia della qualità del pesce che dell'olio utilizzato per friggere. Nota un poco stonata il bianco della casa, che non era un granché.
I dettagli: servizio rapido, anche se i camerieri esagerano un pochino col farti sentire a casa, indulgendo un po' troppo ad un tipo di simpatia che rischia di apparire costruita; niente di catastrofico, per carità, ma è un aspetto che si può limare. L'ambiente non è spiacevole, anche se sembra arredato da un camionista di Ponte a Egola sotto l'effetto del sesto ponce della serata: la parete che divide lo spazio interno da quello esterno è "decorata" su quest'ultimo lato da grandi mattonelle bianche che sembrano molto più adatte ad un bagno che ad un ristorante; grossi e numerosi fiori di plastica fanno mediocre figura di sé un po' ovunque ed il quadretto è completato da un filare di lampadine natalizie intrecciato sulla ringhiera che dà sull'Arno. I tavolini e le seggiole di plastica non sono elegantissimi, ma assolvono alla loro funzione.
Il saldo finale non può essere che positivo, in calce una valutazione da 0 a 5 (come i blog seri) del locale  nei parametri che abbiamo scelto. Volevo le stelline ma non l'ho trovate, ci s'accontenterà delle palle.
Nota per gli amici puntigliosi: il voto complessivo non è necessariamente la media matematica dei tre fattori precedenti, anche se per via di cose ci si avvicina.

Valutazione del Prat Valutazione di Ricca
Cibo
Servizio ●○
Ambiente
Complessivo

Ristorante Il Veliero
Viale D'Annunzio 145 
56013 Marina di Pisa (PI) 
Telefono: 050/36662

l'unto e i signori

un bel tegame unto come garba a noi
Riccardo e Riccardo (che per comodità chiameremo da qui in avanti Ricca e il Prat) hanno diverse passioni in comune, ma le più importanti sono due: suonare e mangiare; siccome questo non sarà un blog di musica, ci occuperemo diffusamente della seconda.
I blog che parlano di cucina, di ricette, e che recensiscono ristoranti e taverne sono tanti, e allora perché aprire l'ennesimo, ci chiederanno? Siamo convinti che il nostro contributo possa essere significativo per alcuni motivi. Primo: non siamo chef e non siamo intenditori tout court, ci piace mangiare e bere bene e possibilmente spendere il giusto, ai ristoranti eleganti dove si mangia poco e il cameriere passa tutta la sera a chiederti se va tutto bene preferiamo le taverne col menù fisso e le tovaglie a quadri. Ci piacciono le cose sane ma devono essere buone, e se per trovarle si deve perdere un po' più di tempo rispetto alla solita spesa al supermercato, ce ne facciamo una ragione. Secondo: siccome tanti soldi non ce ne sono, e siccome siamo pisani, ci concentreremo sulla nostra zona, sui nostri ristoranti e sui prodotti dei nostri posti, cercando di essere più esaurienti possibili e fornendo così una guida molto specifica per chi abita qui o per chi vuole farsi una vacanza dalle nostre parti. Certo, se poi a qualcuno verrà in mente di offrirci una cena in Basilicata o in Danimarca, ben venga. Contorno: qua dentro ci butteremo di tutto, recensioni, ricette, consigli su prodotti tipici e dove trovarli. I diversi tipi di articolo saranno etichettati e suddivisi in categorie, per una visualizzazione più comoda.
Insomma, la nostra filosofia è riassunta nel titolo del blog, anche se in maniera un po' criptica. Ungere il piatto (la famosa scarpetta) non è cosa da signori, ma siccome noi la riteniamo la parte migliore, allora il sugo che le persone beneducate lasciano nel piatto (l'unto dei signori, per l'appunto) lo raccattiamo noi.